domenica 26 febbraio 2017

Il pirla

la-luna
Si chiama Luna: è un satellite. Guardare Lei, invece che guardare altro, è una scelta.

Il pirla che viene a curiosare nel mio blog per poi chiedermi perché mi sono dimenticata di parlare di argomenti che riteneva doveroso io sviscerassi.

Vabbe'.

No, non ho parlato dell'anniversario di Physical Graffiti (24 febbraio 1975), né di quando ricevetti il remaster del medesimo album (25 febbraio 2015), né di quando bla bla bla Toro al San Mamés (26 febbraio 2015).

Però mi va di parlare del 23 febbraio 1936, che è il giorno in cui nacque la mia mamma.

Ebbene sì: la mia mamma è diventata maggiorenne al contrario, ha compiuto 81 anni e per celebrare l'evento è venuta a farsi un giro per Torino.

È stata una bellissima giornata e c'eravamo tutti: lei (ma va là?), mio fratello con moglie e figli, io con marito e figli.

Non abbiamo fatto nulla di particolare: un bel pranzo insieme e poi liberi tutti, ma prima del rompete le righe... oh, sì: un grande momento emozionale. GRANDE.

Torno un po' indietro nel tempo, torno all'estate del 2014, l'estate in cui papà affrontò un pesante intervento chirurgico. Papà condivideva la stanza d'ospedale con G.: stessa patologia (reparto di oncologia, allegria), più o meno la mia età.

Certe alchimie accadono, semplicemente accadono, e papà e G. divennero amici. Amici veri. Alchimia, si tratta di alchimia e anche di buona sorte poiché non a tutti è dato di incontrare simili. Soprattutto non a tutti è dato di avere voglia di coltivare rapporti umani.

Faccio qualche passo in avanti e vado all'estate del 2015, vado al giorno in cui papà vola via, vado al giorno successivo quando mi reco da G. per dirglielo. Non ho le parole per raccontare l'affetto e il dolore dell'abbraccio lungo che ci scambiammo.

Tutto chiaro? Sì, bene.

Prima del rompete le righe, dicevo, un grande momento emozionale.

Bighellonando, dopo pranzo, ci avviciniamo al negozio di G., guardo attraverso la vetrina: è dietro il bancone. Anche lui alza la testa e mi vede. Ci guardiamo come due bambini un po' intimiditi e poi prendo mamma e le dico: "Dai, vai a salutare G."

G. le va incontro aprendo le braccia e stringendola poi con una dolcezza di cui, forse, neppure io, figlia, sono capace. Si parlano, si sorridono, non nominano papà: papà è lì.

Soprattutto: G. afferma ancora una volta di stare bene.

Sono felice.

Sono felice perché lui ce l'ha fatta, sono felice perché so riconoscere i sentimenti, i sentimenti veri, sono felice perché mamma è felice, sono felice.

C'eravamo proprio tutti.

Così come c'eravamo tutti quando uscì Physical Graffiti¹ il 24 febbraio 1975 ed io ero persa nei meandri della quarta elementare e avrei conosciuto quell'album doppio solo dopo qualche anno.

Così come c'eravamo tutti quando ricevetti il remaster del medesimo album il 25 febbraio 2015.

Così come c'eravamo tutti quando il Toro vinse al San Mamés il 26 febbraio 2015 ed ero felice per me, per NOI, per il mio papà che stava andando nella direzione da cui non si ritorna.

Quindi, caro pirla, che non hai nulla di meglio da fare al di là del guardare quel che gli altri non fanno... caro pirla... fatti una vita.

Guardati intorno.

Sperimenta qualcosa che non conosci, sia che si tratti di una nuova pietanza oppure del parlare con gli altri esseri umani.

Quando si fa buio, possibilmente in mancanza di nubi, volgi lo sguardo al cielo, unisci i puntini che chiami stelle e inventa storie.

Quando piove, possibilmente in mancanza di ombrello, annusa l'odore della pioggia, lascia che le gocce ti cadano sulla pelle, sperimenta di avere un corpo che va al di là delle falangi che agiti sullo smartphone.

Quando c'è il vento, possibilmente bello forte, chiudi gli occhi e immagina di essere - che so... - un vichingo alla prua di una nave diretta verso nuove terre.

Quando c'è il sole, possibilmente nei giorni di canicola, riparati all'ombra e, come in altri casi sopra elencati o da me solo pensati, smetti di rompere i coglioni, sciò, pussa via.

Ho bei ricordi a ricordare² e ancora da vivere, ho la Musica a farmi da compagna, faccio parte di una famiglia in cui l'amore viene messo al primo posto, dispongo di risorse interiori che mi hanno mantenuta integra fino ad oggi e continueranno a farlo.

Ah, ho anche sempre molta voglia di ridere, a volte amaramente ma sempre di riso si tratta, per cui non offenderti se ti chiamo pirla: avrei potuto usare altri epiteti, ma quelli li lascio a te e alla tua disfunzionalità vocabolaristica, quella che ti fa sempre scegliere di esprimerti con la merdanza della tristezza di cui sei rappresentante sopraffino.

A ognuno le proprie eccellenze, via.

Cose del mese di febbraio: avanti verso marzo.


¹ Minchia, che album. ♥

² ... e quei giorni del febbraio di due anni fa erano stati così e così. Per dire.