Pur amando alla follia la pioggia e il vento, se si palesano insieme trattasi di ebbrezza, esiste un brevissimo momento quando termina la pioggia che è tanto difficile da afferrare con i sensi quanto è facile respirare
Dura un attimo e dà inizio alla quiete.
Conosco quell'attimo, lo conosco bene.
Ne conosco anche una versione che dura sette minuti e trentanove secondi e si chiama The Rain Song.
The Rain Song è fatta della stessa sostanza di alcuni attimi della mia vita.
L'attimo in cui sono venuti al mondo i miei figli.
L'attimo in cui sono tornata a casa dal funerale di mio padre, mi sono coricata e mi sono - finalmente - addormentata di un sonno monumentale.
L'attimo in cui mio marito ha riaperto gli occhi dopo l'ultima operazione.
L'attimo in cui sono tornata a Londra dopo ventiquattro anni.
L'attimo che ho vissuto tutte le volte in cui ho potuto abbandonarmi a me stessa, solo a me stessa, con la consapevolezza di essere mortalmente stanca e il cuore più leggero.
Il cuore più leggero, sì.
Lighthearted, non spensierata.
Lighthearted.
Chi è lighthearted ride, scherza, si lascia andare.
Poi ci sono quelli che, invece, pensano con il culo e hanno il culo molto pesante e allora cercano di ammorbare, ammorbare se stessi e gli altri, ammorbare e basta.
Facciano, facciano pure.
Oggi è il quarantaquattresimo compleanno di Houses Of The Holy, l'album dei Led Zeppelin che non smette di essere il mio preferito.
Ha una copertina particolare, così particolare che ad alcuni dà fastidio e mi ha divertito giocare con questo fastidio qui, ma ciò che lo rende speciale è la sua seconda traccia: The Rain Song, appunto.
Buon ascolto e grazie per l'ennesima volta.
Grazie per riportarmi sempre a casa ovunque essa sia, ovunque io sia, comunque io sia.