domenica 12 gennaio 2020

Ho conosciuto Angelo

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Questa foto non c'entra una fava, ma il Kirkjufell ha sempre il suo perché e quindi...

 

Oggi siamo tornati allo stadio dopo una pausa di riflessione e, per l'ennesima volta, ho verificato quanto sia impossibile allontanarsi dal proprio centro. In un'atmosfera surreale fatta di silenzi e di non silenzi, di pena e di gioia, siamo poi tornati a casa soddisfatti e innamorati di quella roba granata che non riusciremo mai a spiegare.

No, non uso il plurale per un improvviso delirio d'onnipotenza: quello è argomento di 'vita' che lascio ad altri. Lo uso perché esprimo azioni ed emozioni di mio figlio e me, insieme.

Lui. Quello che è quasi candido nel suo amore per il Toro. Bene... quella di oggi era la sua ultima partita da teenager. Fra tre giorni compirà vent'anni e, dunque, un nuovo capitolo temporale gli si parerà innanzi.

Dopo la partita mi è accaduto di cadere a terra come un sacco di patate (producendomi svariati danni di lieve ma fastidiosa entità), ma questa è tutta un'altra storia.

La Vera Storia di oggi è che ho conosciuto Angelo.

Mio vicino di seggiolino era un signore piuttosto alto, con i capelli grigi e gli occhi chiari, che si è premurato di chiedermi se stesse occupando il posto per qualche mio amico.

"No, stia tranquillo: va bene così." Ed abbiano iniziato a parlare.

Dandoci del lei, mi ha raccontato di essere del '35, di essere rimasto orfano di padre nel '44 ("era giovane, era bravo, è stato falciato dai tedeschi"), di essere salito a Superga nel tardo pomeriggio di quel giorno di maggio del '49, di qui, di là, di su, di giù. Dunque mi sono sentita in piacere (il dovere è altro) di raccontargli di me. Il tutto rigorosamente in dialetto. Alla fine della partita abbiamo fatto le presentazioni, ci siamo scambiati i nomi in pratica, ed abbiamo iniziato a darci del tu.

"Ci vediamo alla prossima partita, Silvia!"
"Certo, Angelo!"

Ho fatto proprio bene ad andare allo stadio oggi. Ho capito qualcosa in più di come voglio essere e di come non voglio essere, ho conosciuto Angelo*, ho guardato mio figlio perl'ultimavoltateenagerallostadio, ho sperimentato un'atmosfera - come detto prima - surreale di cui un giorno parlerò priva dell'attuale sconforto.

Oggi, tra l'altro, il primo album dei Led Zeppelin compie cinquantun'anni e quale migliore occasione per ricordare che ci sono Good Times e pure Bad Times?

Bella giornata, sì.

https://www.youtube.com/watch?v=FSiUTSJ2NWY

 


* Sì, lo ammetto: in alcuni momenti mi è sembrato di avere vicino mio papà.