lunedì 31 maggio 2021

“Faccio entrare un po’ di sole”

Pembrokeshire Coast Path


Attenzione: seguono melensaggini.

Oggi ti sento lontana o, per meglio dire, mi manchi un po’ di più.

Faccio ancora fatica a non chiamarti appena esco dall’ufficio, ma sto diventando sempre più brava a nascondere i miei dolori dell’anima.

Probabilmente, se tu fossi qui, mi diresti che sono cretina a non dare libero sfogo a quel che mi frulla dentro… oppure sposteresti l’attenzione su altro, chiedendomi: “Dimmi se vieni giù questo fine settimana, così apro le finestre e faccio entrare un po’ di sole.”

Sapessi, mamma… ora non basterebbe un po’ di sole: una supernova andrebbe meglio. Due mesi fa si è rotto un tubo dell’acqua calda, il vapore è salito dalla cantina e – a quanto pare – la muffa si è impadronita di tutto.

Ma tra un po’ arrivo.

Tra un po’ di tempo arrivo e mi metto le mani nei capelli perché la casa è piena di muffa, il giardino è una giungla e le tapparelle sono sempre abbassate.

Sai che le tapparelle abbassate sono state fonte di discussione nel paesello? Oh, già… i soliti minus habentes hanno ritenuto opportuno eviscerare il fatto che io, ormai padrona di casa, ho dimenticato te e papà, non ho reso merito alla vostra memoria, me ne sono sbattuta le palle. Chissà se ‘ste migliori persone hanno fatto caso alla pandemia, che mi ha reso impossibile muovermi da Torino, chissà se ‘ste migliori persone MI fanno domande. No, SI fanno domande e SI danno risposte. Tutte sbagliate. Vabbe’.

Oggi, mamma, mi mancano il tuo sorriso, la tua curiosità, la tua totale capacità di sbattertene allegramente le palle della vacuità altrui.

Mi mancano le nostre telefonate di quando andavo in viaggio e volevi sapere tutto, per saperlo tu e per dirlo a papà.

Mi mancano tutte le sfaccettature, anche quelle più oscure, quelle che ci facevano litigare e poi tornava il sereno: non ti tiravi mai indietro di fronte alle mie sfide, non mi tiravo mai indietro di fronte alle tue lezioni.

Anche se… oh, questa è una cosa di cui non abbiamo mai discusso… anche se a volte mi sembra che tu e papà siate due figure mitologiche. A volte – che scherzi fa la mente oppure il cuore oppure la forza vitale oppure che ne so – mi sembra che voi non siate mai esistiti, mi sembra di essere caduta su questo pianeta per districare una matassa di informazioni che potrebbero essere reali oppure no.

Whatever.

Ho fatto un sacco di cose in questi anni, mamma e papà, un sacchissimo.

Ve ne dico alcune, ve ne dico alcune di cui non abbiamo potuto parlare.

Ho iniziato a studiare il Gallese poco più di un anno fa e il Gaelico Scozzese qualche settimana fa. Con il primo inizio a venire a patti: leggo e comprendo circa il 75% delle consonanti & catarro che vedono i miei occhi, con il secondo la strada è lunga, ma non ho paura.

Ho trovato un altro libro da amare: Good Omens (Terry Pratchett & Neil Gaiman). Non credevo possibile che esistesse un altro libro che mi facesse ridere e commuovere come “Tre Uomini in Barca”, eppure… Vi avrei convinti a leggerlo, come mille altre volte in passato, e avreste riso con me di quelle risate che solo gli scritti belli sanno suscitare. Avreste guardato anche la serie e avreste convenuto che i Queen sono la Musica.

C’è stata una pandemia (c’è ancora, ma…) e Davide e Giulia si sono comportati in maniera matura: non avreste provato stupore, ma semplicemente orgoglio (e amore, tanto amore, quell’amore speciale che sapevate dare ai vostri nipoti, a tutti quanti i vostri nipoti, con semplicità).

Il Toro ha fatto schifo anche quest’anno e non sto a raccontarvene le ragioni: avete fatto in tempo a viverle pure voi. Tuttavia c’è una parte di me che è rimasta cristallizzata in quella mia prima volta allo stadio nel 1971.

Vi parlo, vi parlo ogni sera prima di addormentarmi, e sempre sempre sempre dico “ma che cosa cazzo vi parlo se non ci siete più, se non esiste niente dopo la morte, se non so neppure se siete esistiti o meno… comunque, buonanotte, mamma e papà, vi voglio bene” e poi mando piccoli baci silenziosi verso l’alto e verso il basso perché io non so mica dove siete (se siete da qualche parte) e, in ogni caso, dovunque voi siate (anche se non siete da nessuna parte) siete ovunque.

“Avresti bisogno di qualcosa di caldo”, mi avevi detto, mamma, in un momento terribile della mia vita e sai una cosa? Qui e là sto trovando qualcosa di caldo: grazie per avermi regalato questa peculiare consapevolezza.

Bon, fine della storia (per ora).

Ho messo una foto di un piccolo tratto del Pembrokeshire Coast Path: quel giorno avevi provato a telefonarmi mille volte senza riuscire a contattarmi. Non c’era campo. E poi ti avevo raccontato di quel pezzetto di Galles e avevi sorriso e, per l’ennesima volta, avevi fatto entrare un po’ di sole.

Non rileggo ed invio, chi se ne frega degli errori.

“Be a real feather in your wing”, no?

Sì.

venerdì 28 maggio 2021

Perché la Scozia

 


... e poi aggiungerò le Shetland, ma non adesso, non adesso...

giovedì 13 maggio 2021

Il lungo sonno

 Sabato, 25 gennaio 2020

Torino - Atalanta, primo tempo

Figlio e io guardiamo la partita in cucina. All'intervallo gli dico: " Qui ce ne prendiamo ancora un fracco, il secondo tempo lo guardiamo in sala, OK?"

Ci trasferiamo in sala.

Quarto goal, quinto goal, sesto goal.

Rido istericamente e poi vado a fare la pipì.

Mentre sono assisa in luogo opportuno, sento la voce di mio figlio che esclama: "Sette!".

Non dormo bene, quella notte.

Sono come una bambola al contrario: se sto seduta mi si chiudono gli occhi, se mi corico essi si spalancano per guardare un buio che più buio non si può.

Nei due giorni successivi ho un mal di testa bestiale e poi arriva la pandemia.

----

Mercoledì, 12 maggio 2021

Vado a dormire senza guardare la partita: mi sveglio presto per fare magnetoterapia, 'sto cazzo di menisco incrinato mi scombina i fusi orari.

Mi sveglio, senza ragione alcuna, nel momento in cui finisce la partita.

Guardo sul cellualare: voglio sapere quanti goal ci siamo presi. "Quattro o cinque", penso. Penso male.

Come una furia ( e garantisco che un'Erinni grassa in mutande e t-shirt è una brutta visione... so fare giusta autocritica) mi fiondo in sala e, rivolgendomi a mio figlio, dico gridando: "Cazzo! Abbiamo di nuovo perso sette a zero?!?"

Lui, stellina, cerca di blandire la mia ira mostrandomi la tabella delle statistiche di possesso palla e minchiate affini e, di nuovo con inusitata violenza, mi esprimo: "Non me ne frega una cazzo! Non voglio saperne più niente! Vaffanculo!".

Mi chiudo in cucina e fumo nervosamente una sigaretta. Vado a dormire. E dormo. Dormo come un puciu.

Quando mi sveglio ho un mal di testa che può essere spiegato solo da una momentanea possessione demoniaca (in alternativa John Bonham sta suonando Moby Dick nella mia materia grigia).

Probabilmente ho fatto un lungo sonno fra Toro-Atalanta e Toro-Milan, di fatto il risveglio è una gran merda.

E io, invece, mi sono fatta male, mi sono fatta male veramente, cazzo!

Mi sono fatta proprio male.

----

Maledetto. Maledetto. Maledetto.