
Direzione Toro
Poco più di un mese fa
Poco più di un mese fa
Stavamo passeggiando su una spiaggia di Vila Praia de Âncora mentre il sole colorava di fuoco la sabbia fredda sotto i nostri piedi.
I gabbiani erano intenti a scovar molluschi, un cane nero correva con la lingua a penzoloni, si scorgeva una nebbiolina salata a lunga distanza ma in avvicinamento.
Mi voltavo e gli chiedevo: "In quale direzione guardi per vedere il Toro?"
Ci pensava per qualche momento, corrugando la fronte, e poi diceva: "Ci devo pensare."
Continuavamo a passeggiare tranquilli, la sabbia si faceva più dorata, ci prendevamo per mano e non spezzavamo più il silenzio, se non con un lieve ronzio delle rotelle craniali: i due telepati di famiglia son usi fare così.
Ieri sera: Toro-Verona 2-2
Stavamo correndo verso la fermata del bus mentre le serrande venivano chiuse e nuvole minacciose coloravano il cielo di strane tonalità fra il blu e il grigio.
I piccioni erano intenti a cercar vittime, noi due annaspavamo con la lingua a penzoloni, scorgevamo il bus fermo al capolinea e pregavamo affinché non partisse senza di noi.
Ripreso il possesso delle facoltà respiratorie, gli chiedevo: "Allora? Non hai più risposto a quella domanda che ti ho fatto..."
E mi rispondeva: "... quella mattina in Portogallo? Uhm, devi essere stanca, mamma: io ti ho già risposto."
"Fermo restando che sono stancherrima... quando lo avresti fatto, di grazia?"
"Adesso. E mezz'ora fa. E tra tra ore."
Intuisco, ma voglio una conferma. "Dunque... in quale direzione guardi per vedere il Toro, ciccio?"
"In tutte e in nessuna: nessun limite, mai."
Quasi mi scoppia il cuore per la gioia, ma contengo la possibile esplosione per non dare a chi mi vuol male la sudisfa di vedermi schiattare così e a chi mi vuol bene un dispiacere grande.
Arriviamo trafelati allo stadio, facciamo comunque due chiacchiere, partecipiamo alla fiera del comesivalentiaitornelliziocane, saliamo le scale, ci emozioniamo di verde e poi di Granata, salutiamo e abbracciamo gli Amici e vai col valzer.
Ieri sera dopo la partita
Di ritorno verso casa siam meditabondi.
Felici perché sì e incazzati anche.
Iniziamo il conto alla rovescia e, poco prima di entrare in casa, un canto spontaneo e a bassa voce sorge fra le nostre labbra e quel canto fa così: "E giuve merda, giuve giuve merda..."
Il brano di oggi è "Black Dog", traccia di apertura di Led Zeppelin IV, 1971: felice ascolto.