
Sai, Papà, l'altro ieri siamo andati a Lisbona, abbiamo vinto contro il Benfica e siamo tornati a casa.
Avrei voluto dirtelo e, in un modo o nell'altro, te l'ho detto prima di andare a dormire. Hai presente quando spengo la luce, metto la testa sul cuscino, scaglio un bacio verso il cielo e ti racconto le cose? Ecco.
Avrei voluto anche dirti che, finita la partita, ho avuto l'impressione che i Ragazzi di Superga si alzassero in piedi e si sgranchissero le gambe, che uscissero per un momento dalla loro Storia, che è diventata la Nostra Storia, e dicessero tutti in coro: "Si! Può! Fare!" (cit.)
Avrei voluto dirti che durante la partita ho litigato tre volte con Davide e che in alcuni momenti mi ricorda te.
Avrei voluto dirti che Giulia si è completamente disinteressata alla questione e che, tuttavia, ieri mi ha chiesto del Toro.
Avrei voluto dirti che essere del Toro è proprio bello.
Tu avresti detto: "Oh, già!"
E dal momento che ti ho detto comunque tutte queste cose e che tu mi hai risposto a modo tuo (*)... be', Papà: buon compleanno e grazie per avermi dato l'opportunità di esistere.
Ti voglio bene per sempre.
Tua,
Tota
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(*) Ieri entrando in ufficio, schifata da tante piccinerie di cui ero appena stata testimone, ho sentito - inconfondibile - il tuo profumo ed è stata Vita.