domenica 4 dicembre 2016

Quattro, tre e due

Quattro come Morte.

Tre come Nascita.

Due come Rinascita.

Quattro come Quattro Dicembre Millenovecentottanta.

Tre come Tre Dicembre Millenovecentosei.

Due come Due Dicembre Duemilasedici.

Quattro Dicembre Millenovecentottanta come Morte dei Led Zeppelin.

Tre Dicembre Millenovecentosei come la Nascita del Toro.

Due Dicembre Duemilasedici come la Rinascita di una persona che era stata condannata da una diagnosi terrificante e che due giorni fa, il Due Dicembre Duemilasedici, ha avuto la conferma che il Male è stato estirpato.

Il mio calendario va un po' al contrario e saltapicchia fra secoli e millenni.

L'altra notte, la notte fra l'Uno e il Due Dicembre, ho fatto un sogno.

Ho sognato di andare al cimitero a vedere la tomba di mio padre ma era tutto sbagliato: la tomba era messo per largo invece che per lungo, le cappelle erano tutte unite come un unico porticato e tale porticato presentava un vetro che impediva l'accesso alle tombe. Io sapevo che con le mani avrei potuto rimettere a posto la tomba di mio padre, ma non riuscivo a superare il vetro.

Poco dopo mi ritrovavo in un seminterrato insieme con mia madre; sulla destra c'era un tavolo, un tavolo di pietra, su cui era adagiato il corpo di mio padre. Ero felice di vederlo, ero felice di vederlo senza segni di decadimento. Nonostante fosse morto, il suo corpo era scosso da movimenti convulsi, soprattutto alle braccia. Ne ero terrorizzata ed affascinata al tempo stesso.¹

Cambio di scena: mia madre, io e mio fratello siamo in un piccolo locale attiguo al seminterrato. Mia madre mi dice: "È in narcosi profonda e deve scegliere se andare verso la vita o verso la morte."

In quel momento mi sono svegliata. Mi sono svegliata piena di angoscia. Nei due anni della malattia di mio padre ho smesso di sognare, ho ripreso a farlo dopo il suo funerale, con molta fatica poiché sono più le notti in cui vedo le lancette dell'orologio procedere incuranti. Mi sono svegliata piena di angoscia e anche arrabbiata: per una cazzo di volta in cui ero riuscita a dormire, fare un sogno del genere mi pareva un brutto scherzo.

Ho rimuginato per ore e poi ho ricevuto una telefonata: "Il mio referto è pronto: vado a ritirarlo e poi ti chiamo." Mi ha chiamato - non importa di chi si tratti, non importa, facciamo finta che non importi, dai - e il referto diceva che la Bestia non c'era più.

Provaci tu. Provaci tu a vivere la malattia e la morte di tuo padre e poi, subito dopo, vivere la malattia di una persona per te importante come l'aria che respiri.

Respirare. Già: respirare. Io avevo dimenticato come si facesse. Io sapevo solo che nel momento in cui avessi di nuovo potuto farlo forse non ne sarei più stata capace. È andata proprio così: non ne ero più capace. Ho fatto proprio come fanno i bambini quando vengono al mondo: ho annaspato e gracchiato.

Devo fare ancora un po' di strada per tornare ad usare i polmoni normalmente, ma i percorsi non mi hanno mai fatto paura.

E dunque il Due Dicembre ho festeggiato la Rinascita di una persona non più malata (e pure la mia, dai), il Tre Dicembre ho fatto e ricevuto auguri di buon compleanno a e da quelli che come me sono stati scelti dal Toro, il Quattro Dicembre è (come sempre, mi si scusi l'essere ripetitiva) quel giorno che guardo arrivare come se stessi osservando un piatto che, accidentalmente, cade dal tavolo. Lo vedo cadere al rallentatore, non posso fare nulla per cambiarne la traiettoria, per fermarlo, per far cessare la caduta. E poi si infrange al suolo e, sempre al rallentatore, mille schegge saettano in tutte le direzioni, compresa quella che porta dritto al mio muscolo cardiaco. Questa è la scheggia numero 36.

Ci sono tre immagini che rappresentano questi tre giorni, due - quelli della Morte e della Nascita - già saldamente intrecciati con il mio DNA, uno - quello della Rinascita - destinato a diventare parte della sostanza di cui sono fatta.

dscn0829 
Rinascita - Due Dicembre - La mia Famiglia (pessima foto, ottimi elementi)

toro-1906 
Nascita - Tre Dicembre - Buon compleanno, Cuore mio

led-zeppelin-disbandment 
Morte - Quattro dicembre - "Non possiamo continuare come eravamo"

C'è un brano² dei Led Zeppelin che mi ronza in testa in questi giorni, soprattutto a causa di una frase, una frase che ho compreso e sperimentato proprio in questi tre giorni: "I'm a traveller of both time and space".

Ora è tempo di "let the sun beat down upon my face and stars fill my dream": me lo merito. Cazzo, sì: me lo merito.


¹ Sì, papà, ci ho messo un po' di ore ma poi ho capito che il tuo messaggio era: "Sono morto ma mi muovo per rimettere a posto le cose." Grazie infinite dalla tua 'bambina' che non smette MAI di credere nei sogni anche quando tutto sembra perduto e pure quando i sogni sono bruttini. GRAZIE.

² Kashmir, Physical Graffiti, 1975: buon ascolto.