Ancora non lo so, ma questo si rivelerà essere un giorno molto intenso a livello cardiaco.
Ci svegliamo presto e ci buttiamo dentro Londra; non dobbiamo fare molta strada: abbiamo dormito tra Pimlico e Victoria. Andiamo alla Tower of London? Ma sì, dai, e poi ovviamente London Bridge e poi 221b Baker Street e di già che ci siamo un salto da "It's Only Rock'N'Roll": magari trovo qualche bella t-shirt (nella fattispecie: due. Dei Led Zeppelin. Ma va là?) e poi Kensington Gardens e poi seconda stella a destra et cetera.
Hyde Park, cigni, alberi, persone, silenzio, passi, uno dopo l'altro, tanti, un caldo infernale, Londra è proprio bella, ma tanto tanto tanto, andiamo a pranzo, su, e poi recuperiamo l'auto: abbiamo un bel po' di strada per arrivare a Rushock.
"Andiamo a vedere la casa di Jimmy Page."
Lo dico così. Non è una domanda. Non è un'imposizione. Lo dico così. Così e basta.
"Strano che non l'avessi ancora detto..."
"Eh..."
Venti minuti nel traffico ed eccola lì: la Tower House. Una meraviglia architettonica. Ma che cazzo me ne frega dell'architettura: è la casa di Jimmy Page.
Oh, Jimmy...
Sdilinquimenti vari e poi via verso Nord.
Dopo chilometri di autostrada prendiamo strade che attraversano paesi sempre più piccoli, anche le strade si fanno sempre più piccole, più sinuose, più erte, finché sulla sinistra non si manifesta una chiesetta con annesso cimitero.
Non avrò difficoltà nel trovare quello che cerco: è un fazzoletto di terra di 40 metri per 50.
La vedo da dietro e la riconosco e mi porto le mani alla bocca e mi si mozza il fiato.
Mi avvicino piano piano, quasi intimorita di poter disturbare, e mi metto davanti per leggere.
Riposa in pace, Bonzo, e grazie.
Dico "Grazie..." a voce alta, accarezzando la lapide e poi mi avvio verso l'uscita del cimitero.
Appena fuori si apre la campagna, un albero solitario e rinsecchito sembra fare da guardia alla pace.
Credo che ci vorrà ancora un po' di tempo perché io riesca a descrivere tutto quello che mi è passato per l'anima a Rushock.
Riprendiamo il cammino e dopo un (bel) po' finalmente è Galles.
Scegliamo di dormire in uno dei tanti luoghi dal nome impronunciabile e ci riposiamo per prepararci alle avventure prossime future: buonanotte da Llandrindod Wells.
(continua...)