sabato 28 marzo 2015

Quel che mi ha insegnato

È uno dei tanti pezzi di vinile che mi girano per casa da decenni e, come dicevo qui, è il mio preferito.

Ho realizzato poco fa che Houses Of The Holy mi ha insegnato ad amare la luce.

Fosse per me vivrei di notte ed eviterei accuratamente di interagire con chiunque durante il giorno... eppure anche il sole e la luce hanno un valore grande nel mio cammino per il mondo.

Me l'ha insegnato proprio quel vinile lì.

Felicemente nell'universo da quarantadue anni, splendidamente Maestro lungo il mio percorso.

Ogni nuovo ascolto è rinnovare emozioni antiche e scoprirne di nuove.

Ah, amo gli amori eterni...




lunedì 23 marzo 2015

Sì, viaggiare

Il viaggio non è altro che recuperare e scoprire nuove parti di sé, sentire di essere a casa ALTROVE.

Io ho trovato alcuni interessanti spunti di ALTROVE qui:

www.thewildandthecity.com

C'è anche la pagina su Facebook: thewildandthecity

Buon viaggio a tutti e grazie a Franco Borgogno per condividere il suo ALTROVE con noi.




venerdì 20 marzo 2015

Carola

Il giorno dopo Toro-Zenit


Ciao Carola,

quella lì sei tu: è il 26 febbraio di quest'anno, hai quasi nove mesi, sei in braccio alla tua mamma e siete al San Mamés.

È il tuo esordio allo stadio e ancora non sai che stai per essere testimone di una sera di meraviglia, di stupore, di canti, di forza, di tutte quelle sfaccettature che fanno del Toro quello che è: una vena indistruttibile di speranza.

Tua mamma mi ha detto che ad un certo punto ti sei perfino addormentata: evidentemente eri a tuo agio.

Di Sonia, la tua mamma, ricordo con tenerezza una chiacchierata sotto la neve durante l'intervallo di Toro-Lazio di due anni fa... e non ricordo quasi il nostro primo contatto, non ricordo quando ci siamo conosciute... so che ci siamo TROVATE e si è creato un legame forte.

È stata grande la mia gioia nel darti il benvenuto in questo mondo che sarebbe tanto semplice se non fosse affollato da tristoni, ma questo è un altro discorso e lo faremo un'altra volta... o magari non lo faremo affatto. Vabbe'. Porta pazienza, Carola, questa specie di zia si perde in se stessa e, per ora, riesce a ritrovare la strada.

Quella nella foto sei tu e sei stata protagonista - sì! - di una sera che ci rimarrà a lungo nel cuore.

Io ti avverto, Carola: rimarrà a lungo anche nel tuo cuore di testimone e partecipante inconsapevole.

È una sera che ti verrà raccontata e riraccontata e quando l'avrai fatta completamente TUA la racconterai e la riracconterai.

Io spero che il Toro ti scelga, Carola, te lo auguro con tutto il cuore.

Il Toro non è una malattia (checché si canti) né una maledizione, il Toro è il Toro. Non te lo posso spiegare a parole, non te lo può spiegare nessuno... ma lo riconoscerai.

Sai, ieri sera io ero allo stadio con mio figlio Davide: lui ormai è un ragazzone, mi sovrasta fisicamente e mi sorprende per la sua passione. Il suo percorso nell'essere scelto dal Toro è stato un po' tortuoso, ma l'ha portato ad un punto di partenza.

Buffo, no? Di solito quando si arriva da qualche parte si è al traguardo. Per NOI è diverso: noi arriviamo al punto di partenza e da quel momento in poi succedono eventi che mettono alla prova le coronarie, prosciugano le ghiandole salivari, fanno tremare le mani e tutta una serie di manifestazioni fisiche che non sto a raccontarti perché, cara mia, le vivrai anche tu e le riconoscerai una ad una.

Ero allo stadio con Davide, ti dicevo, e... niente: c'era una FORZA enorme che quasi mi schiacciava e di cui ero parte io insieme con lui, insieme con tutti gli altri, insieme, insieme come le dita di una mano, insieme come una cosa sola.

Non ti racconto nulla della partita di ieri sera però ti voglio dire di quanto AMORE sia scaturito da tutti NOI.

Ti voglio però dire che, scese le scale per uscire dallo stadio, Davide mi ha abbracciato ed io mi sono abbandonata a lacrime e singhiozzi come non mi accadeva da troppo tempo.

Ti voglio dire che Davide ha voluto raccontarmi di che cosa sia il Toro per lui.

Ti voglio dire che non sono stata l'unica a piangere.

Ti voglio dire che questa mattina raccontavo gli eventi di ieri sera a mia madre e pure lei, molto più britannicamente controllata di me, aveva la voce condita di lacrime.

Non solo di lacrime ti voglio dire, Carola, no.

Ti voglio dire della magia di un applauso che riecheggia ancora adesso e di quell'AMORE, amore monumentale per i nostri Ragazzi, per la Maglia che indossavano, per chi c'era, per chi non c'era, per chi c'è stato, per chi ci sarà.

Poco prima di uscire dallo stadio Davide mi ha detto: "Mi mancherà lo stadio così pieno."

"Basta anche solo uno di NOI per riempirlo," gli ho risposto.

Ieri sera eravamo UNO solo, Carola.

Non so se questo basti per spiegarti il Toro, credo di no... è il mio pezzettino di Toro, quello che ti offro.

Ci vediamo allo stadio, piccolina, prima o poi: ho tanta voglia di riabbracciare tua mamma e di conoscerti anche di persona (il mio cuore ti conosce bene).

No, non sono triste... sono quella che sono e sono del Toro.

Oggi ancora di più.

Ogni volta ancora di più.

Ciao Carola, cresci bene, cresci forte, (se possibile) cresci del Toro: è una fatica immane, ma - credimi - è rinascere ogni volta anche quando pensi che non ce ne sia proprio più.

Un bacio in fronte a te e un bacio in fronte anche a Davide che ieri sera, poco prima di addormentarsi, mi ha detto: "Domani vado a scuola con la sciarpa del Toro."

Forza Toro sempre.