venerdì 30 maggio 2014

Seicentocinquantatre giorni dopo

14 agosto 2012, 60° parallelo Nord, Shetland

Qualche tempo dopo lo raccontavo così:
Ho portato il Toro in Europa

29 maggio 2014, ero in metropolitana e me lo dicevano e mi mettevo a saltare e a gridare e a... oh, cazzo, sì: a piangere. Poi uscivo a cena con Davide-Amico e le rispettive famiglie: avevamo deciso da tempo che il 29 maggio avremmo fatto una pizzata per festeggiare l'EL.
Lo avevamo deciso da tempo ed abbiamo la comune tendenza a guardare avanti.

Tutto il resto verrà.

Per adesso mi godo l'inusuale e semisconosciuto senso di sollievo che la Giustizia - quando si parla di Toro - mi ha regalato seicentocinquantatre giorni dopo aver fatto sventolare la Bandiera lassù mentre pensavo: "Ho portato il Toro in Europa!"

Oggi scelgo "Fool In The Rain" e la dedico a chi non rinuncia mai né alla pioggia né alla follia.




C'è una frase che amo in modo particolare nel testo di "Fool In The Rain":

Correrò sotto la pioggia fino a rimanere senza fiato
E quando rimarrò senza fiato correrò fino a cadere

Io faccio così da sempre e da sempre mi trovo bene a fare così.
Corro, annaspo, cado.
E poi di nuovo e poi ancora e ancora e ancora.
Manca un pezzo? No, è ovvio: mi rialzo sempre (anche quando è più difficile che mai).

Forza Toro, néh?


sabato 24 maggio 2014

L'Attesa

Il tempo è relativo, però in questi giorni è dilatato fino a sfiancarmi.
Li ho prenotati due mesi fa, mancano dieci giorni al rilascio, da dodici a diciassette alla consegna.
Ne ho avuto qualche assaggio e SO che saranno MOLTO più di quello che posso vagamente immaginare.


Le prossime uscite dovrebbero essere così:
- IV e Houses of the Holy: ottobre 2014
- Physical Graffiti e Presence: febbraio/marzo 2015
- In Through the Out Door e Coda: estate 2015

A volte ho paura di non fare in tempo.
Una paura immotivata, solo una paura.
Se ci arriverò, se arriverò a prenderli tutti, per la prima volta avrò Coda su vinile.
Quando era uscito lo avevo comprato su cassetta: ero troppo offesa, volevo dare un segno di rottura (non so bene a chi, onestamente).
Forse se penso forte forte forte a quando li avrò tutti con me non succede nulla, forse se batto tre volte uno contro l'altro i tacchi delle mie scarpette d'argento torno nel Kansas, forse la paura non serve davvero a nulla, forse... fatte le debite proporzioni, l'ultima volta in cui mi sono sentita così è stato negli ultimi giorni delle gravidanze: è allora VITA sia.

lunedì 19 maggio 2014

Mestizia

Boh.
Quando quel tipo ha indicato il dischetto, mi sono alzata di scatto in piedi e ho urlato: "NOOOOOOOO!"
L'urlo di una bestia ferita.
Davide mi ha abbracciata, ho appoggiato la testa sulla sua spalla e, frignando come solo un'idiota o un'innamorata sa fare, è partito il mantra: "Nonlosegnanonlosegnanonlosegna".
Due minuti dopo mi diceva: "Dai, mamma...", ma io lo mandavo via: che bestia (ferita o meno).

Suonava il cellulare: era la Stefi.
- Scusami, non ho voglia di parlare.
- Neanche io.
Click.
Dovevamo dire la nostra non voglia di parlare.

Poi la notte.
Il peso sullo stomaco, il male al cuore, il sudore freddocaldotiepido.
Mi ritrovo a chattare con un Amico alle due di notte.
Parliamo della pioggia.
La invochiamo.
Non arriva, forse intimidita dalle nostre tempeste.

E poi arriva il giorno.
E spunta il sole.
E il sole se ne frega.
E guardo in cielo.
E c'è la luna.
Ed è beffarda.
E vaffanculo.

Poi mi ripiglio, ma adesso... uh, sì: sono proprio triste.
TANTO.

domenica 18 maggio 2014

Tra-la-là

È sabato, dobbiamo andare a fare commissioni: metto la t-shirt granata.
La indosserei anche dal lunedì al venerdì, ma qualcuno ha deciso che è cosa che non si fa, qualcuno ha deciso che ci sono luoghi in cui i simboli non devono entrare per questioni di professionalità.
"OK, non c'è problema... dunque da oggi chi porta il crocifisso al collo se lo toglierà, vero?"
Sto ancora aspettando la risposta.
Vabbe'.
Indosso la t-shirt granata ed esco con Davide.
Ogni tanto mi volto per guardarlo: all'inizio del campionato mi aveva superata di poco in altezza, ora mi distanzia di una spanna, ora quando lo sgrido non sono più tanto credibile, ora può mangiarmi le lasagne in testa, ora è proprio bello, proprio come quella sera in cui i nostri occhi si incrociarono per la prima volta e non ci fu più spazio se non per le migliaia di strade da percorrere insieme e non.
Vengo richiamata alla realtà da una voce che urla al mio indirizzo un FORZA TORO! che mi conferma che stiamo tutti così: in precario equilibrio fra speranza e paura, pur tuttavia sempre fiduciosi.
Amabili testardi e folli, soprattutto amabili, soprattutto testardi, soprattutto folli.
Alzo entrambe le braccia - non so perché - e rispondo SEMPRE FORZA TORO! sorridendo, sorridendo di quel sorriso che si piega un po' strano, come se fosse pronto a raccogliere una lacrima, una lacrima di amarezza, una lacrima di puro godimento, una lacrima, acqua e sale, una lacrima di acqua e sale e anche un po' di sangue, via, perché la sensazione di avere sangue in eccesso - per comunanza cromatica al sentire - non mi abbandona mai.

Ne incontro altri.
Altri che indossano la maglia granata.
Con alcuni si ripete il salmo responsoriale del FORZA TORO! - SEMPRE FORZA TORO!, con altri c'è lo scambio di sorrisi, preceduto dagli occhi che si spalancano vedendo un simile e poi salgono verso lo sguardo del simile davanti a cui ci si ritrova.
È conforto ed è LO SO, ANCHE IO SONO NERVOSO/A.
Si snocciola così un sabato qualunque che comprende:
- rispostacce ai figli
- uccisione accidentale della caffettiera
- fatica nel prendere sonno

Ed è domenica.
L'organismo (quasi) intiero è pronto per l'azione alle cinque e gode del silenzio dell'alba, pur se disturbato dal lavorio del neurone che fa di tutto per parlare con il muscolo cardiaco, già frusto, ma abbastanza grande e robusto per resistere all'ennesima prova.
Si parlano, quei due, e il silenzio dell'alba va a farsi fottere in un trionfo di follia, che è nutrimento e privazione, equilibrio perfetto e discesa verso gli inferi, luce e ombra, bianco e nero... no, questo no, cazzo: questo NO.
Arriverò viva alla fine di questa giornata?
Sì, come sempre.

Vorrei che fosse già questa sera e vorrei che il tempo tornasse indietro, vorrei rimanere sospesa per giornisettimanemesianni in questa strana (ma neppure troppo) miscela di denti che si serrano, stomaco sottosopra, tremore di mani, irritabilità compulsiva, incapacità di concentrazione, vorrei che fosse già domani.

Questa strana sensazione di pensare un pensiero che si intreccia allo stesso pensiero di tutti quelli come me.
Questa strana sensazione di vivere la vita come se fosse realtà aumentata.
Questa strana sensazione di indossare una maglia granata e sapere che se anche la maglietta fosse a fiorellini gialli e rosa sarebbe granata lo stesso.

Vedrò di ricordarmi di respirare: al momento risulta difficile.

"How could we say no?"