giovedì 9 settembre 2021

Quella prima sera

Quella prima sera avevo chiesto a tutti di lasciarmi da sola con la mia nuova bambina.

Giravo per i corridoi dell'ospedale, con aria sognante, spingendo la culletta trasparente in cui si perdeva quel fagottino rosa dai capelli neri e le unghie perfette, i piedi perfetti, la boccuccia perfetta, la tuttezza perfetta.

E poi avevo notato Lei: indossava un trench color cammello, entrava in una camera e poi ne usciva e poi entrava in un'altra e così via. Stringeva un mazzolino di fiori fra le mani.

"Frances!", avevo esclamato e poi le avevo mostrato orgogliosa la mia nuova bimba. Frances non sapeva che io volessi stare sola con il mio fagottino. Frances mi aveva fatto il meraviglioso regalo di arrivare inaspettatamente a raccogliere un po' di lacrime di gioia, esaltazione, ormoni e altro che non so ancora ben definire: 1) io ora non piango più, non piango più da mille anni, 2) io non ho ancora realizzato di aver messo al mondo due creature.

Qualche anno dopo, sulla strada verso le Shetland, avevamo fatto tappa nel paese natio di Frances: Forfar. È nell'Angus, un po' sopra Dundee, sulla strada verso Aberdeen, mio luogo chiave di sentimenti e tutte cose. Su un edificio svettava un drago.


La mia mente e il mio cuore viaggiano così, oggi.

Quella prima sera con il mio nuovo fagottino (che oggi compie diciassette anni: auguri, Giulia) e un mazzolino di fiori.