sabato 28 giugno 2014

Uno Nove Otto Zero

Uno Nove Otto Zero.
Detto così, il 1980 sembra meno minaccioso, meno cupo, meno pesante, meno... a chi la voglio raccontare? Il 1980 fu e sarà sempre e per sempre l'Anno dei Morti, l'Anno della Consapevolezza, l'Anno della Disillusione, l'Anno del Basta.
Basta, basta, basta!
Febbraio porta via Bon Scott: oh, cavoli... allora è vero... allora le rockstar muoiono... e in quel tempo asincrono, in cui le notizie arrivavano con il ritardo di un telegramma smarrito per le colline, i fiumi, le strade interrotte, la morte di Bon Scott era stata scagliata nelle nostre coscienze da Ciao 2001.
Marzo porta via Ermino Macario e le mie sabaude vocali larghe si arricchiscono di un tono lugubre e il sorriso di spegne un po'.
Aprile porta via Gianni Rodari e le sue filastrocche, ma non finisce lì: Alfred Hitchcock lo segue e viene la paura di non poter più avere paura.
Maggio porta via Ian Curtis e il concetto che un ragazzo così giovane e geniale afferri le cesoie dalle mani di Atropo è difficile da elaborare.
Luglio porta via Peter Sellers, settembre John Bonham (fa male, fa male ancora oggi, fa male per tutto il tempo), novembre Steve McQueen, dicembre John Lennon (è l'Apocalisse).
Muore John Lennon e penso che il 1980 sta per finire e che non possono esserci anni peggiori.
Ci saranno altri anni peggiori.
Ci saranno altri anni migliori.
Ci saranno altri anni.
Altri anni.
Ognuno ricco a modo suo, nonostante le eventuali perdite.
C'è una parte - grande - di me che rimane ancorata in modo quasi paralizzante a quel ritmo ossessivo di croci piantate sul corpo di Madre Terra.
Non passa giorno in cui io non pensi a quell'anno, non passa giorno in cui io non provi tenerezza per come ero allora.
Negli anni successivi mi è accaduto, come a chiunque altro, di affrontare perdite grandi, perdite private, perdite che non vengono ricordate in pompa magna se non nel mio ricordo.
E faccio di tutto, davvero di tutto, per mantenere integri tutti quei ricordi, in ogni loro sfaccettatura, perché se solo ne perderò una minima parte allora avrà vinto la Morte e, anche se sono nata pronta, pronta non sono per deporre le armi nella mia terrena guerra contro di essa.

Il 1980 fu un anno cupo, cupo come solo la consapevolezza sa essere, la consapevolezza che è tuttavia un eccitante carburante, una luce - se non LA luce - nel buio.

Un raggio di luce a se stante fu il concerto di Bob Marley al Comunale di Torino.
Era un sabato, faceva caldo, avrei compiuto quindici anni due settimane dopo.
Ero già innamorata della Musica, ero già innamorata del Toro, essere su quel campo per far parte di un evento così grande, mi fece sentire forte, perfino invincibile.
Invincibile non sono, ma una stilla di quella sensazione/consapevolezza di forza mi è rimasta nell'anima e, così come faccio con i ricordi, la proteggo e la mantengo integra per fare sì che, anche attraversando le tempeste più complesse, io possa vacillare e poi raddrizzare la schiena, alzare il capo, strizzare un po' gli occhi e vedere l'orizzonte laggiù, laggiù, forse lontano, ma sempre e inevitabilmente orizzonte.

-o-o-o-

Questo blog riapre, a dispetto di chi teme la naturale evoluzione degli eventi e delle persone.
Ci furono scimmie che, vedendo i propri pollici farsi opponibili, si spaventarono e decisero di non evolvere, decisero di consigliare usi alternativi dei pollici.
Ci sono umani che dei loro pollici fanno usi benefici pizzicando le corde di una chitarra e altri che dei loro pollici fanno usi malefici nascondendosi dietro ad uno schermo e premendo alla rinfusa i glifi di una tastiera.
Nessuno è migliore, nessuno è vincitore, ognuno dovrebbe vivere la sua vita partendo da ciò che vede quando passa davanti ad una superficie riflettente.
E se così non è... poverini.

-o-o-o-

Dedico Misty Mountain Hop a mio papà e alla sua battaglia, con tutte le speranze e le preghiere che il mio cuore di figlia non riesce ad esprimere a parole.




"So I'm packing my bags for the Misty Mountains
where the spirits go now
over the hills where the spirits fly"

venerdì 6 giugno 2014

FINALMENTE.

Un giorno d'inverno, allo stadio.

"Stefano, Jimmy Page ha confermato sul suo sito che quest'anno verranno pubblicati 'sti stramaledetti remasters dei Led Zeppelin!"

Stefano sorride e mi stringe forte le mani.
Noi parliamo di musica.
Noi allo stadio parliamo di musica e poi anche di altro, generalmente di schegge di anima che poi, durante la partita, mettiamo da parte.
La volta dopo raccogliamo le schegge e ne creiamo altre e così via.


Qualche tempo dopo, sempre allo stadio, primi giorni di primavera.

"Stefano! Li ho ordinati! Li ho ordinati su Amazon! Mi arriveranno tra il 5 e il 10 giugno! I remasters!"
Stefano sorride e dice: "Ora iniziano i mesi più lunghi della tua vita... forza!"
"Cazzo, sì: non mi passa più!"


Domenica 27 aprile 2014. Dove? Allo stadio: sempre lì sto.

Toro-Udinese 2-0
Stefano non c'è.
"Gliela voglio raccontare, voglio raccontargli questa partita."


Lunedì 28 aprile 2014, il giorno dopo.

Ci scriviamo.
- C'eri ieri? :-)
- Certo, caro :-)
- Bene, allora era come se ci fossi io. A me basta che quelli come me abbiano riso. Mi basta quello.


Domenica 1° giugno 2014

Ci scriviamo.
- Stefano, io sto rasentando la pazzia. Penso a quei vinili e piango. Mi sento ESATTAMENTE come negli ultimi giorni delle gravidanze (sapendo che, per questa volta, non ci sarà alcun dolore :-D). Sto malissimo/benissimo: che figata!
- È domani, Silvia???
Aspetto un giorno per dirglielo e poi glielo scrivo.
- Adesso posso dirlo: è domani!!!
Inaspettatamente però il domani anticipa di un giorno e nelle email trovo tre missive di Amazon:

Ascolta o scarica subito il vinile che hai appena prenotato

Amazon mi ha scritto durante la notte, Amazon mi ha scritto che ci siamo quasi, Amazon mi sta offrendo la mia scala per il Paradiso (sic) e io - grrrrrr - sono in ufficio e dopo l'ufficio andrò ad un saggio di Giulia e arriverò a casa all'ora del Diavolo e... oddea, ci siamo.

Arriva la sera, finalmente arriva.
Chiedo ai ragazzi di lasciarmi nella mia caverna, scarico i files, collego la cuffia, mi incorono e... e vado ALTROVE.

Oppi mi scrive: "TU stasera sei la persona più felice della terra. E io ecco : )"
Gli rispondo: "Ho talmente tante cose dentro alla testa, al cuore, alla pancia, che non riesco a dirle. Io sapevo una sola cosa. Io sapevo che sarebbe stato proprio così. Ma non sapevo che sarebbe stato così. Non riesco a spiegarlo in nessun altra maniera."
Mi risponde: "E io, per la prima volta stasera, credo di aver capito benissimo  : )"

"Devo dirlo a Stefano, devo dirlo a Stefano..." penso, ma decido di condividere il tutto con lui quando riceverò i vinili.


Mercoledì 4 giugno 2014

Amazon mi scrive di nuovo:

Ti informiamo che il tuo ordine è stato spedito ed è in transito.
La data di consegna prevista è lunedì 09 giugno 2014

Dai, LaSilvia, manca davvero poco...


Giovedì 5 giugno 2014

Mattina impetuosa al lavoro, sono esausta.
Esco per la pausa pranzo, la centralinista mi blocca.
"Posso rendere più felice la tua giornata?" Mi dice e per un attimo mi chiedo perché mi faccia una domanda così fuori contesto.
Poi realizzo.
"Sono arrivati?" Le chiedo quasi sottovoce.
"Sì..." mi dice sorridendo.
"Fammi vedere la scatola. Voglio solo vedere la scatola. Li prendo dopo." Dico, sempre con un filo di voce.
Me la mostra, mi tremano le ginocchia.
"Oddeaddeaddea. Dopo. Dopo. Ho bisogno di uscire. Oddeaddeaddea!"

Scendo le scale e avverto Paolo: "Sono arrivati. I vinili. Sono arrivati. Piangissimo."
Mi risponde: "Keep calm e mettili nel trolley :D"
Replico: "Non ho il trolley. Ho le mie braccia. Ecco. :''''-)"
Aggiunge: "Allora stringi forte ma con giudizio :)"

Adesso è il momento di dirlo a Stefano: lui è stato al mio fianco durante questa 'gestazione'.

- Mi sono arrivati i vinili. Non ho il coraggio di aprire la scatola. Dea, che emozione, che tanta vita!
- Hai tre possibilità: 1) apri con la lentezza del pokerista, 2) strappi la scatola con furore animalesco, 3) non la apri, lasci ritardare il momento fino a che non godrai più nella sofferenza dell'attesa. Io sono da poker.
- 4) Mi lascerò guidare da quello che i LZ sono per me da quasi 40 anni: un po' Whole Lotta Love e un po' The Rain Song. Ti dirò. Grazie per assistere alla mia ennesima nascita.
- Qualcosa mi dice che sarà una giornata intensa. A dopo e vedi di pettinare il lato oscuro che fa sempre bene. Buon viaggio!

E ora, Stefano, ti racconto il viaggio, ti racconto il viaggio anche se è ancora in corso.

Li ho tenuti stretti al petto dall'ufficio alla scuola di Giulia e fino a casa e poi li ho adagiati sul letto.
Li ho presi in mano uno per volta, li ho guardati, li ho annusati, li ho baciati.
Tatto, vista, olfatto, gusto.
Li ho fotografati così come erano, avvolti dal cellophane.
Li ho denudati del cellophane e di nuovo tattovistaolfattogusto.
Li ho fotografati di nuovo, prima chiusi e poi aperti.
È stato un processo luuuuuuungo e silenzioso.
Silenzio, sì.
Qualche sospiro qua e là.
Silenzio.
Udito? Non pervenuto.
Il giorno dopo (oggi) ho osato: era il momento dell'udito.
Ho messo sul piatto 180 grammi di vinile, ho compiuto per l'ennesima volta il gesto solenne (solenne!) di mettere la puntina sul solco e mi sono lasciata attraversare dalla mia vita.
Dopo pochi secondi ho alzato la puntina, ho ripreso in mano quei 180 grammi neri e li ho riposti nella custodia.
Sai una cosa, Stefano? Ho scoperto di essere pokerista anche io.
Il viaggio continua e te lo racconterò, passo per passo, anche se già lo conosci e tanto meglio di me: GRAZIE ancora una volta.













Come? Sono "solo" dei vinili? Sì, sono "solo" dei vinili.

TANTA VITA, TANTA.



venerdì 30 maggio 2014

Seicentocinquantatre giorni dopo

14 agosto 2012, 60° parallelo Nord, Shetland

Qualche tempo dopo lo raccontavo così:
Ho portato il Toro in Europa

29 maggio 2014, ero in metropolitana e me lo dicevano e mi mettevo a saltare e a gridare e a... oh, cazzo, sì: a piangere. Poi uscivo a cena con Davide-Amico e le rispettive famiglie: avevamo deciso da tempo che il 29 maggio avremmo fatto una pizzata per festeggiare l'EL.
Lo avevamo deciso da tempo ed abbiamo la comune tendenza a guardare avanti.

Tutto il resto verrà.

Per adesso mi godo l'inusuale e semisconosciuto senso di sollievo che la Giustizia - quando si parla di Toro - mi ha regalato seicentocinquantatre giorni dopo aver fatto sventolare la Bandiera lassù mentre pensavo: "Ho portato il Toro in Europa!"

Oggi scelgo "Fool In The Rain" e la dedico a chi non rinuncia mai né alla pioggia né alla follia.




C'è una frase che amo in modo particolare nel testo di "Fool In The Rain":

Correrò sotto la pioggia fino a rimanere senza fiato
E quando rimarrò senza fiato correrò fino a cadere

Io faccio così da sempre e da sempre mi trovo bene a fare così.
Corro, annaspo, cado.
E poi di nuovo e poi ancora e ancora e ancora.
Manca un pezzo? No, è ovvio: mi rialzo sempre (anche quando è più difficile che mai).

Forza Toro, néh?


sabato 24 maggio 2014

L'Attesa

Il tempo è relativo, però in questi giorni è dilatato fino a sfiancarmi.
Li ho prenotati due mesi fa, mancano dieci giorni al rilascio, da dodici a diciassette alla consegna.
Ne ho avuto qualche assaggio e SO che saranno MOLTO più di quello che posso vagamente immaginare.


Le prossime uscite dovrebbero essere così:
- IV e Houses of the Holy: ottobre 2014
- Physical Graffiti e Presence: febbraio/marzo 2015
- In Through the Out Door e Coda: estate 2015

A volte ho paura di non fare in tempo.
Una paura immotivata, solo una paura.
Se ci arriverò, se arriverò a prenderli tutti, per la prima volta avrò Coda su vinile.
Quando era uscito lo avevo comprato su cassetta: ero troppo offesa, volevo dare un segno di rottura (non so bene a chi, onestamente).
Forse se penso forte forte forte a quando li avrò tutti con me non succede nulla, forse se batto tre volte uno contro l'altro i tacchi delle mie scarpette d'argento torno nel Kansas, forse la paura non serve davvero a nulla, forse... fatte le debite proporzioni, l'ultima volta in cui mi sono sentita così è stato negli ultimi giorni delle gravidanze: è allora VITA sia.

lunedì 19 maggio 2014

Mestizia

Boh.
Quando quel tipo ha indicato il dischetto, mi sono alzata di scatto in piedi e ho urlato: "NOOOOOOOO!"
L'urlo di una bestia ferita.
Davide mi ha abbracciata, ho appoggiato la testa sulla sua spalla e, frignando come solo un'idiota o un'innamorata sa fare, è partito il mantra: "Nonlosegnanonlosegnanonlosegna".
Due minuti dopo mi diceva: "Dai, mamma...", ma io lo mandavo via: che bestia (ferita o meno).

Suonava il cellulare: era la Stefi.
- Scusami, non ho voglia di parlare.
- Neanche io.
Click.
Dovevamo dire la nostra non voglia di parlare.

Poi la notte.
Il peso sullo stomaco, il male al cuore, il sudore freddocaldotiepido.
Mi ritrovo a chattare con un Amico alle due di notte.
Parliamo della pioggia.
La invochiamo.
Non arriva, forse intimidita dalle nostre tempeste.

E poi arriva il giorno.
E spunta il sole.
E il sole se ne frega.
E guardo in cielo.
E c'è la luna.
Ed è beffarda.
E vaffanculo.

Poi mi ripiglio, ma adesso... uh, sì: sono proprio triste.
TANTO.