mercoledì 10 giugno 2015

Giulia

Giulia, Giulia mia, Giulia profondamente e consapevolmente di te stessa, Giulia.

Ho passato la giornata a pensare a domani, domani che sarà il tuo ultimo giorno di scuola elementare, anche se la scuola elementare si chiama scuola primaria... il tuo ultimo giorno di scuola elementare.

Pensavo a domani e pensavo a cinque anni fa, quando era toccato a Davide: ero andata a prenderlo al postscuola e insieme ci eravamo messi a piangere e insieme avevamo percorso il corridoio - interminabile - e insieme ci tenevamo stretti stretti e insieme piangevamo.

Poi sono arrivata da te, oggi, e mi sei corsa incontro e con la voce piccola mi hai detto: "Mamma... mi mancheranno i miei compagni..." e ti sei messa a piangere per davvero.

Io pensavo alle lacrime, tu le scagliavi nel mondo.

Ci siamo abbracciate e ti ho dondolata un po', poi siamo uscite dalla scuola e hai continuato a piangere.

"Giulia... posso piangere anche io?"

"No."

"No."

Come quella volta in cui avevi deciso che la tetta di mamma non rientrava più nel tuo piano alimentare: mi avevi guardato dritto negli occhi, mi avevi sorriso e poi avevi detto "No.": non sei mai stata una che cincischia.

Abbiamo districato il nostro odierno abbraccio solo quando siamo giunte ai tornelli della metro, ma poco dopo mi hai afferrato una mano e l'hai stretta forte forte.

Tutto il resto ce lo diremo di nascosto, magari coricate sul materasso, magari facendo finta di essere due volpi o due lupe o due gatte o due draghette o quel che ci andrà di essere.

Una parola, però, te la voglio regalare: te la meriti tutta, e la parola è GRAZIE,



GRAZIE per essere stata questa cucciola al primo giorno di elementari



GRAZIE per essere stata questa bambina (insieme con tuo fratello Davide e tuo cugino Samuele) intorno alla metà di questo lustro



Grazie per essere stata questa ragazzina pochi giorni fa, mentre viaggiavamo verso la Camargue


Grazie per essere come sei nel momento in cui lo sei.

Ti amo,

Mamma