domenica 6 ottobre 2013

Sei punti



Samp-Toro 2-2 (boh)


1. Punto croce
2. Punto erba
3. Punto festone
4. Punto spina
5. Punto catenella
6. Punto nodino

- Due punti scippati contro l'Atalanta
- Due punti scippati contro il Milan
- Due punti scippati contro la Samp

L'abitudine al ricamo.

Le abitudini: fanno male.




venerdì 4 ottobre 2013

Pantomima

Ci ho l'ansia pre partita (di già).



Personaggi:
- Lui: l’edicolante rossonero
- Io: io
- Avventore: un avventore
 
 
Lui - Che cosa ne dice di questi CD?
Io - Bah... alcuni sono interessanti, ma la qualità lascia un po' a desiderare...
Lui - Lei dice?
Io - Io dico.
Lui - Certo che voi Granata...
Io - Noi Granata che cosa? Guardi che non è giornata...
Lui - Su, non faccia così... è solo che sembra che abbiate sempre la 'carogna'...
Io - Sembra? Provi a mettersi nei miei panni e poi mi sappia dire, che diamine! (*)
Lui – È ancora arrabbiata per il derby?
Io – Io sono nata arrabbiata e gli Dei e le Dee, ai quali stavo particolarmente simpatica, hanno deciso che io fossi anche del Toro… che importanza può avere un derby, mi scusi?
Lui – Sarà… comunque voi Granata…
Io – Ancora?
Lui – [rivolgendosi ad un altro avventore] Ha visto come si arrabbia quando si parla del Toro?
Avventore – Si dà il caso che anche io possa arrabbiarmi, problemi?

L’avventore ed io ci guardiamo e ci scambiamo un’occhiata d’intesa e d’orgoglio, sembriamo due tacchini che si credono pavoni.

Io – Visto?
Lui – Visto sì! Ho proprio ragione: voi Granata…
Io – Allora! Stia bravo, che diamine! (*)
Avventore – Proprio così: che diamine! (*)
L’avventore ed io ci stringiamo la mano e ci salutiamo cordialmente.
All’avventore cade il giornale per terra.
Io – Rigore per il Milan!
Avventore – E che diamine! (*) [Ride, saluta e se ne va]
Lui – Voi Granata siete proprio…
Io – Si esprima, orsù.
Lui – Irriducibili. Unici. Non so trovare la parola giusta…
Io – Granata?
Lui – Sì! Che diamine! (*)
Io – Ecco, appunto. Buona giornata!
Lui – Anche a lei!
 
È successo questa mattina ed è uno dei tanti episodi che non andrebbero neppure raccontati, ma questo è il mio blog e (ah, che pace) ci scrivo quel che mi balza per la mente.
Anche robe tipo:

COME DIAMINE SI FA A TIFARE LA SAMP?

(*) Diamine. Sì, diamine. Eccheddiamine…



(Benbecula, Ebridi Esterne, 12 agosto 2011. Sul retro del B&B si giocava a pallone. C'era un vento da paura. C'erano fallacci da paura. Non c'era nessun tarantolato. E forza Toro, tra l'altro)





martedì 1 ottobre 2013

Tienimi per mano

Sì, OK, tutto vero, tutto dannatamente uguale al solito, tutto giusto (anzi, no: come d'uso ingiusto)... però adesso basta.
Hanno segnato in fuorigioco?
Va bene (cioé: non va bene una cippa di 'sta fava ma): occorre andare oltre.
Mai dimenticare, eh?
No, MAI.
Conservare l'onestà intellettuale sì, però.
Dai.

Mastico pensieri e incontro gobbi: da due giorni sono tornati allo scoperto (conigli).

Ne ho incontrato uno poco fa, è venuto a cercarmi 'sto asino in pigiama.
Ha detto due cose due:
  1. Non era fuorigioco.
  2. È più bello vincere così.
Non. Era. Fuorigioco.
È. Più. Bello. Vincere. Così.

Oddeaddeaddea.

Basta. Basta. BASTA!

Mastico bile per tutto il pomeriggio, scendo in metropolitana con le cuffie in testa, "Rock and Roll", stordiscimi Bonzo, frantumami i timpani, scendo e - zio cane - scopro che da Porta Nuova a Lingotto niente treni: navette.
Riesco a chiamare un'amica affinché recuperi Giulia e mi aspetti con lei vicino alla scuola.
I timpani mi fanno male, non era fuorigioco, il fegato mi fa male, è più bello vincere così, salgo sulla navetta, non era fuorigioco, ma quanta cazzo di gente, è più bello vincere così, lei scende alla prossima?, non era fuorigioco, e allora si tolga dalle palle, è più bello vincere così, scendo dalla navetta, rivoglio il mio Toro... e il mio Toro è lì.
È di schiena, ha le fattezze di una bimba di nove anni, quando vedo i miei figli sto immediatamente meglio, la chiamo, si volta, allarga gli occhi e sorride.
Le sorrido anche io, forse anche i miei occhi si fanno più grandi, più grandi e anche umidi perché lei, il mio Toro, porta al collo la sciarpa Granata.

Andando verso casa le chiedo: "Come mai hai messo la sciarpa del Toro?"
Mi risponde: "Perché faceva un po' freddo, perché mi piace e perché è la sciarpa del Toro."
Come per magia "Non era fuorigioco" e "È più bello vincere così" diventano scorregge che si perdono nell'etere.

Vorrei dirle che non è giusto, vorrei dirle tante cose, ma mi limito a continuare a camminare con lei.

Poi le chiedo: "Qualcuno dei tuoi compagni ti ha detto qualcosa?"
Tentenna ed accenna ad un "No..." che le si affievolisce immediatamente sulla bocca: ormai sa che la sgamo. "Be'... Marco. Marco non mi ha lasciata in pace per tutto il giorno."
"E tu?"
"Gli ho detto di lasciarmi stare."
"E lui?"
"Ha continuato."
"E poi?"
"E poi ho fatto finta di niente: se non riesce a capire mica è colpa mia, eh?!?"

Magari un giorno anche a lei capiterà di fare una passeggiata particolarmente lunga tenendo per mano sua figlia: spero che in quel giorno il Toro sia tornare ad esistere per come lo conoscevo quando la bambina tenuta per mano ero io.


domenica 29 settembre 2013

#MaImmobileAndavaEspulso


Sul diario: il ragazzo non ha completato i compiti assegnatigli, #MaImmobileAndavaEspulso

Bonzo è morto e allora i Led Zeppelin si sono sciolti #MaImmobileAndavaEspulso

Mark Chapman: "Sì, ho ucciso John Lennon #MaImmobileAndavaEspulso"

I ghiacciai si stanno ritirando #MaImmobileAndavaEspulso

Io dovrei andare a cenare #MaImmobileAndavaEspulso

Mi sta salendo una carogna mostruosa #MaImmobileAndavaEspulso

Visto che mi è passata la fame evito di cenare e suono un po' la chitarra #MaImmobileAndavaEspulso

#MaImmobileAndavaEspulso, cazzo... se l'avessero espulso ora non ci sarebbe la crisi (suggerimento della mia Amica Micaela)

Jimmy Page è Dio #MaImmobileAndavaEspulso

La Musica mi curerà #MaImmobileAndavaEspulso


From Mother to Son no. 3


Cronache del dopo



"Scusami, Davide..."
"Non è colpa tua, dai..."
Ci abbracciamo.

Vaffanculo.




sabato 28 settembre 2013

Cronache del prima

Ad un giorno dal derby n. 187

Messe le cose in chiaro con i gobbetti che sul percorso abituale incontro in settimana, l'attesa si è consumata ed ora manca poco.
Lunedì avevo già sistemato la questione:
- barista gobbo: messo a tacere
- edicolante rossonero: zittito
- vv. ee.: pervenute e allontanate
Giovedì mattina, per rigurgito causato da turno infrasettimanale, ho assistito ad un timido risveglio di belligeranze pre-derby, ma non ho ritenuto opportuno dare voce a tutti i miei pensieri.
Ad ogni provocazione ho reagito con il silenzio e lo sguardo implacabilmente incuneato negli occhi del malcapitato.
È una tecnica vincente che mi ha insegnato un Amico: fissare l'avversario negli occhi senza favellare né mutare espressione. Fissarlo a lungo. L'avversario finisce per balbettare, arrossire, andare in confusione totale.
Unica controindicazione è l'insorgere della scemarola, ma fa parte della nostra essenza di particolari ninja non lasciar trasparire emozioni ove il caso lo richieda.
Vabbe'.
Con la Stefi si discute da due giorni di un fatto strano ch'ella ed io percepiamo pur essendo in due contesti geografici differenti: io sul campo (a Torino), lei altrove (a 150 km dalla città che è stata e resterà Granata): la mancanza dell'usuale elettricità che permea l'aria nei giorni precedenti alla partita contro quelli là.
Mancanza di elettricità nell'aria e presenza di serenità e di voglia (uh, quanta voglia).
Magari capita solo a noi due, magari pensiamo di essere serene e invece domani saremo prede di crisi isteriche non appena messo piede in Piazzale Grande Torino.
Chi lo sa.
Stiamo facendo il conto alla rovescia come sempre, siamo belle cariche come sempre, ripercorriamo la logistica della giornata stadiesca con meticolosità come sempre, siamo serene come non mai.
Boh.
I demoni che abitualmente albergano in me sembrano sedati, offro sorrisi e gentilezze a tutto l'universo mondo, sono davvero un'altra persona.
Che io stia vagando per casa dalle quattro di questa mattina è un evento del tutto casuale, ovviamente... sì, del tutto casuale... assolutamente...




giovedì 26 settembre 2013

From Mother to Son no. 2



Direzione Toro
Poco più di un mese fa

Stavamo passeggiando su una spiaggia di Vila Praia de Âncora mentre il sole colorava di fuoco la sabbia fredda sotto i nostri piedi.
I gabbiani erano intenti a scovar molluschi, un cane nero correva con la lingua a penzoloni, si scorgeva una nebbiolina salata a lunga distanza ma in avvicinamento.
Mi voltavo e gli chiedevo: "In quale direzione guardi per vedere il Toro?"
Ci pensava per qualche momento, corrugando la fronte, e poi diceva: "Ci devo pensare."
Continuavamo a passeggiare tranquilli, la sabbia si faceva più dorata, ci prendevamo per mano e non spezzavamo più il silenzio, se non con un lieve ronzio delle rotelle craniali: i due telepati di famiglia son usi fare così.


Ieri sera: Toro-Verona 2-2

Stavamo correndo verso la fermata del bus mentre le serrande venivano chiuse e nuvole minacciose coloravano il cielo di strane tonalità fra il blu e il grigio.
I piccioni erano intenti a cercar vittime, noi due annaspavamo con la lingua a penzoloni, scorgevamo il bus fermo al capolinea e pregavamo affinché non partisse senza di noi.
Ripreso il possesso delle facoltà respiratorie, gli chiedevo: "Allora? Non hai più risposto a quella domanda che ti ho fatto..."
E mi rispondeva: "... quella mattina in Portogallo? Uhm, devi essere stanca, mamma: io ti ho già risposto."
"Fermo restando che sono stancherrima... quando lo avresti fatto, di grazia?"
"Adesso. E mezz'ora fa. E tra tra ore."
 Intuisco, ma voglio una conferma. "Dunque... in quale direzione guardi per vedere il Toro, ciccio?"
"In tutte e in nessuna: nessun limite, mai."
Quasi mi scoppia il cuore per la gioia, ma contengo la possibile esplosione per non dare a chi mi vuol male la sudisfa di vedermi schiattare così e a chi mi vuol bene un dispiacere grande.
Arriviamo trafelati allo stadio, facciamo comunque due chiacchiere, partecipiamo alla fiera del comesivalentiaitornelliziocane, saliamo le scale, ci emozioniamo di verde e poi di Granata, salutiamo e abbracciamo gli Amici e vai col valzer.


Ieri sera dopo la partita

Di ritorno verso casa siam meditabondi.
Felici perché sì e incazzati anche.
Iniziamo il conto alla rovescia e, poco prima di entrare in casa, un canto spontaneo e a bassa voce sorge fra le nostre labbra e quel canto fa così: "E giuve merda, giuve giuve merda..."



Il brano di oggi è "Black Dog", traccia di apertura di Led Zeppelin IV, 1971: felice ascolto.