mercoledì 24 aprile 2013

Ci siamo quasi

I due Davide e il derby


È la voce di mia figlia.
La voce di mia figlia dice: “Io sono della giuve allo 0,000000000000000 per cento.”
Mi vengono i capelli dritti. Impallidisco. La guardo come se stessi guardando un alieno.
“Che. Cosa. Hai. Detto.”
Poi realizzo.
“Erano tutti zero, darling?”
Sorride un po’ preoccupata per la mia iper reazione.
“Be’... mi sembra ovvio, ti pare?”
“Mi hai fatto prendere un colpo.”
Alza le spalle, un po’ offesa... ed ha anche ragione: come posso aver dubitato? Come posso aver avuto paura che lei, proprio lei, potesse essere - anche in minimissima percentuale - una strisciarella?
“Scusami, darling...”
“Non ti preoccupare, mamma... volevo solo farti uno scherzo... forse era uno scherzo brutto.”
“No, no, figurati... solo che sono in APD. Già da due settimane che sono in piena APD...”
“APD?”
“Ansia Pre Derby, darling... ti ricordi quando abbiamo incontrato Davide l’altro giorno?”
“Ma chi? Mio fratello?” Adesso è lei che mi guarda come se io fossi un’aliena.
“No, quagliarula, il mio Amico Davide, il papà di Andrea e Filippo...”
“Aaaaaaaaaaaaaah! Sì. Quando andiamo a giocare da loro?”
“Presto, darling, presto...”

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11 aprile 2013, giovedì

Ciao Caro,
ho appena preso il mini abbonamento per me e per mio figlio. In Maratona. Non chiedermi perché: non lo so neppure io. E adesso me ne sto qui in ufficio, un po’ nascosta dal monitor e un po’ no, a lacrimare per i derby che ho visto in Maratona quando la Storia era diversa.
Spero che non succeda nulla. Spero che i Ragazzi se la giochino dignitosamente. Spero un sacco di cose per cui del Toro sono e del Toro sarò per sempre.
Oh be’, Davide... se ho ripreso a suonare la chitarra dopo trent’anni con risultati non proprio pessimi... perché non posso continuare a sognare di vincere il derby? Oh ca§§o... l’ho detto. Vabbe’. Oggi è uno di quei giorni in cui mi sento più del Toro del solito e non devo aggiungere niente altro perché sai benissimo che cosa voglio dire.
Un abbraccio,
S.
SFT

Ciao Cara,
allora lo faccio anche io in Maratona, ecchecca§§o!!!
D.
FTSFT

Mezz’ora dopo.

Ciao Cara,
fatto.
D.
FTSFT

Ciao Caro,
:’-)
S.
SFT

Ciao Cara,
pensa: sarà la nostra prima volta in Maratona! Abbiamo tempo, lo so, però mi sento come se giocassimo domani. Saranno due settimane molto dure. :-)
D.
FTSFT

Ciao Caro,
te l’ho già detto la scorsa settimana: arriveremo al derby stremati... che figata!
S.
SFT

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Ci conosciamo da una vita, ormai.
Ci siamo conosciuti meglio da quando... no, non da quando abbiamo scoperto di essere entrambi del Toro, no... ci siamo conosciuti meglio da quando siamo diventati genitori.
Ci si incontrava dalle parti della scuola elementare e poi... e poi intorno allo stadio.
Qualche anno fa, su corso Agnelli, con qualche Compagna di stadio, era sera.
Starnazzavo allegramente con le mie amichette Granata, quando mi sentivo chiamare forte.
“Ciao, Silvia!”
Mi guardavo intorno, non vedevo nessuna faccia nota, facevo spallucce.
“Silvia! Sono qui!”
Individuavo il possessore della voce: era Davide.
“Heeeeeeeeeeeeeeeey! Anche tu qui! Che bello!”
Come stai, come non stai, il lavoro, i bimbi, il Toro: le solite cose. Poi ognuno verso il suo settore.
Qualche anno dopo ci ritrovavamo insieme sul campo dopo Toro-Sassuolo a condividere una felicità tanto bambina quanto Granata: immensa.
Gli anni: a volte passano in fretta e forse lo fanno per unire e consolidare i percorsi delle persone.
I percorsi: a volte sono molto tortuosi, ma non importa.
Le prime volte: a volte sono tali anche se non lo sono perché lo sono.
Gli Amici: a volte sono speciali, davvero speciali. A volte se ne perdono per strada, però alla fine è un bene. La qualità, la qualità sopra ad ogni cosa...

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15 aprile 2013, lunedì

Ciao Caro,
sabato pomeriggio sono andata a ritirare i biglietti per la partita contro la Roma (sigh) e i mini abbonamenti. Trulla trulla, a braccetto del mio Davide, ritorniamo verso la fermata del bus.
Decido di dare un’occhiata a tutti i biglietti e…. CA§§O: mi aveva fatto i mini abbonamenti in Primavera. Faceva un caldo porco ma, credimi, mi sono messa a sudare freddo. Torniamo indietro e il titolare dell’agenzia mi dice che ci saremmo sentiti per telefono. Passa il sabato, passa la domenica, passa il lunedì mattino… mi ha chiamato poco fa: tutto a posto. Quindi prepariamoci a questa avventura in Maratona. Lo sai… quelli potrebbero contemporaneamente vincere il derby e festeggiare lo scudetto. So che alcune persone, intimorite da questa eventualità, non si presenteranno allo stadio. È giusto che ognuno faccia come meglio crede. Io – accecata, forse – vedo solo il lato poetico della questione. E ora pensiamo alla Fiorentina, via.
Un abbraccio,
S.
SFT

Ciao Cara,
oggi vado a ritirarli anche io, spero di non avere brutte sorprese... quanto al derby...  mi importa esserci. Con te (senza di te non sarei mai andato). Poi vedremo.
Un abbraccio
D
FTSFT

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Guardiamo la partita insieme, come sempre: mio figlio ed io.
Che bello giocare contro la Fiore... c’è aria di casa.
La Fiore segna. Segna ancora. Segna una terza volta.
Che palle giocare contro la Fiore... c’è aria di casa: perdiamo anche questa volta.
Il Toro segna. Ci guardiamo. Esultiamo in silenzio: c’è gente che fa il pisolino in casa.
Sfido CHIUNQUE a giurare di non aver avuto il pensiero: “Magari... magari...”
Il Toro segna ancora. Ci guardiamo di nuovo. Esultiamo in silenzio ma non troppo: il pisolino prosegue,
Sfido la Sorte comunicando telepaticamente a mio figlio di mandare affanculo la scaramanzia e di concentrarsi sul Toro.
Il Toro segna per la terza volta. Urliamo come dei matti, ci diamo pacche sulla schiena, saltiamo e gridiamo: chi se ne frega del pisolino altrui, che diamine...
Sfido il pensiero maligno che si insinua dentro di me e lo ricaccio giù giù giù nello scomparto dell’anima dedicato a ciò che non voglio sentire.
Eppure è pressante.
Il pensiero maligno.
Quella cosa che ci impedisce di credere fino in fondo.
Quella cosa che ‘tanto adesso ci fanno un altro goal’.
Quella cosa che il goal ce lo fanno.
Quella cosa che... mia Dea, mia Dea, mia Dea...

Mio figlio scuote la testa, gli si velano gli occhi. “Non è giusto, mamma, non è giusto...”
Lo abbraccio: non so - DI NUOVO - che cosa dirgli.
Non so come ci ritroviamo a parlare del derby.
I suoi occhi hanno di nuovo quella fiamma in mezzo alla pupilla: “Non vedo l’ora che sia domenica, mamma...”
Lo abbraccio: non so - DI NUOVO - che cosa dirgli.
Non ho abbastanza parole per dirgli il mio amore e il mio orgoglio... è una delle poche persone al mondo che riesce ad ammutolirmi.
Io mi sento sempre tanto più ganza di lui, Granatisticamente parlando, eppure... eppure sempre più spesso lo vedo così saldo, così sicuro, così Granata da farmi impallidire.
Forse ha davvero afferrato saldamente il testimone in questa corsa ad ostacoli.
Attento, cucciolo mio (sarai il mio cucciolo anche quando mi supererai in altezza... e manca poco), attento: a volte brucia, quel testimone. Brucia, fa male, pesa... ma credo tu abbia capito che, di quando in quando, fa volare.
Fa volare anche quando si è sull’orlo dell’abisso... che roba complicata...

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22 aprile 2013, lunedì

Ciao Cara,
buona settimana pre-derby. Io ho già iniziato a mandare affanculo ogni gobbo che mi si avvicina.
D.
FTSFT

Ciao Caro,
buona settimana pre-derby anche a te. Anche qui i vaffa si sprecano, credo che entro domani avranno capito che non si devono avvicinare. Non vedo l’ora che sia domenica. Sono così scema che se ci penso mi viene da piangere... d’orgoglio. Sono scema scema scema.
S.
SFT

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Chissà quante altre parole faremo da qui a domenica, forse tante, forse nessuna.
Chissà quanta adrenalina produrremo da qui a domenica.
Chissà quanti pensieri penseremo da qui a domenica.
Chissà come staremo lunedì.
Sarà un lunedì come tutti gli altri, come tutti gli altri che vanno da fine agosto-inizio settembre alla fine di maggio.
Sarà un lunedì in cui ci sentiremo vuoti e pronti a ricominciare.
Sarà un lunedì in cui avremo cose da raccontare.
Sarà un lunedì.
Fino alle 15 di domenica io - comunque - continuo a sognare.
Poi sarà solo tifo.

Faccio un salto in redazione per rilassarmi un po’, ma le dita bruciano e allora pigio i tasti del portatile con furia, mentre lacrime leggere mi tormentano gli occhi.
DA-DANG-DA-DA-DANG.
Guardo il display dell’avveniristico telefono che campeggia sulla scrivania: è Flavia.
“Hellooooooo!”
“Hellooooooooooo! Ti disturbo?”
“No, Flavia, MAI...” Sorrido da un orecchio all’altro quando la sento. “Avevo giusto bisogno di tirare un po’ il fiato...”
“Che stavi facendo?”
“Stavo finendo di scrivere l’articolo per mercoledì...”
“E come sta venendo?”
“Non lo so, Fla’... io scrivo, poi leggo. Dopo. Molto dopo. E mentre scrivo mi lascio attraversare da tutte le emozioni... è un’esperienza quasi medianica, ogni santa volta...”
“Che meraviglia! Non vedo l’ora di leggere quello che hai scritto!”
Mi emoziono un po’ e poi si parla di incantesimi e fasi lunari e gente strana e soluzioni e... con violenza si spalanca la porta del mio antro: e te pareva...
“Tesoro, ti saluto: si è appena palesato Sagliets... con malagrazia, tra l’altro...”
“Perché tutto cambi nulla deve cambiare! Ciao, bella!”
Saluti, baci, miele.
Sorrido al pensiero di questa Amica così speciale, aggrotto le ciglia rivolgendomi a Sagliets: “Hai mai sentito parlare del concetto di ‘bussare’?”
Alza gli occhi al cielo, ma è di buon umore: meno male...
“Ciao, Jimma! Che cosa fai? Dove vai? Quale? Perché?”
“Sagliets, zio barboncino... che cosa vuoi??? E poi... Jimma?”
“Ma sì, dai, ridi una volta! Sono venuto a renderti omaggio e a chiederti se hai voglia di suonare la chitarra per me... mi fai ascoltare qualcosa?”
“No.”
“Cactus. Vabbe’... in realtà volevo chiederti un’altra cosa... perché in Maratona? Perché dopo tutto questo tempo?”
“Perché...”
Sospiro. Come posso spiegargli la mia vita di una vita fa? Questa volta, però, non posso più eludere la domanda, temo... questa volta non posso tirarmi indietro. “Sagliets, metti su l’acqua per il tea. Metto a posto la chitarra e... e provo a raccontarti...”
Gli snocciolo a voce bassa i motivi per cui, ad un certo punto della MIA storia, ho abbandonato la Maratona, ho abbandonato lo stadio. Intanto il bollitore ha fischiato, abbiamo riempito le tazze, abbiamo lasciato che il tea colorasse di tramonto l’acqua bollente, abbiamo bevuto, ho parlato, mi ha ascoltato. Finché non è caduto il silenzio.
“Conserva queste parole per te, solo per te, per favore...” Gli dico mentre mi asciugo le lacrime.
“Come ti senti, Silvietta?”
“Vuota e pronta a ricominciare, Mauretti. E tu?”
“Io? Io vorrei ascoltarti suonare la chitarra.”
“OK... ‘That’s the Way’: sei pronto?”
“Sì.”


Questa settimana tocca a “That’s the Way” (“Led Zeppelin III”, 1970, terza traccia, secondo lato). Dedico “That’s the Way” a tutti perché... è bella.





Sono settimane in cui sono stremata da anni e non farei a cambio con nulla al mondo. Nulla.


Comunicazioni di servizio
Davide-figlio: è il tuo primo derby sul campo. Ne parliamo da settimane e da settimane sei tu quello riequilibra tutta 'sta tensione. Voglio ringraziarti, qui e ora, per come sei: serenamente agitato.
Davide-amico: è il nostro primo derby insieme. Ne parliamo da settimane e da settimane siamo un compendio vivente di psicopatologie. Voglio ringraziarti, qui e ora, per le risate e le rabbie che condividiamo.
Me stessa: datti una calmata. Voglio ringraziarmi, qui e ora, per dare a me stessa la possibilità di avere ancora storie da raccontare. Sono stremata già ora. Che figata!
Toro: eh... dai, dai, dai.