lunedì 23 settembre 2013

From Mother to Son no. 1

Bologna - Toro 1-2 (sì)



"Ciccio, perché guardi la partita stando seduto al tavolo? Vieni a sederti qui vicino a me, dai..."
"OK" Sorride.
Sorride e non fa in tempo a sedersi: il Toro segna e siamo abbracciati scompostamente.
Dopo vari saltelli e grida che richiamano l'attenzione del vicinato, finalmente ci sediamo vicini.
Non parliamo molto, come da nostra abitudine, come da nostra telepatia.
La nostra telepatia, già.
Ho un pensiero nella zucca, ma non voglio dargli voce.
No, non si tratta di scaramanzia, è solo che - davvero! - non capisco se sia un mio o un suo pensiero.
Stranamente non è uno di quei pensieri tipo gattinochesiappendeaicoglioni, no; stranamente è un pensiero tipo chegattinomorbidofapurelefusa.
Tocca a me, in ogni caso e soprattutto in qualità di femminuccia (non siamo capaci di stare zitte, noi), esprimermi.
"Ciccio, sai che non ho la solita paura che vada a finire a schifìo?"
"Neppure io." Ridacchia e poi aggiunge: "Mamma, lo sai che il Toro non vince al Dall'Ara dal 1980?"
"Sì, lo so. Io odio il 1980."
"Perché?" Mi chiede e poi dice: "Oh... scusa... ogni tanto dimentico che per te è l'Anno dei Morti..."
"Già."
Mi fa tenerezza che usi i nomi strani che talvolta appioppo alle cose, agli eventi, alle azioni, agli anni.
Guardo la partita e col pensiero vado indietro nel tempo, lontano lontano lontano, fino ad arrivare all'Anno dei Morti.
Il Toro vinceva a Bologna, nel 1980, e tutto doveva ancora accadere: Ian Curtis, John Bonham, John Lennon. E pure Peter Sellers! Che strage.
Il Toro vinceva a Bologna, nel 1980, e il 1980 non era ancora l'Anno dei Morti.
L'Anno dei Morti.
Eccheppalle i pensieri tristi: meglio concentrarmi sulla partita, va'...

Finisce la partita.
Il Toro vince.
Madre e figlio improvvisano una danza scoordinata.
C'è pace nei cuori: viva viva, trallalà.

C'è pace nei cuori fino a che egli, il di me figlio, dice la cosa che non va detta: "Mamma... pensa come sarebbe bello se vincessimo il derby..."
I miei capelli sembrano preda dell'elettrostaticità, ma dissimulo con nonchalance il dolore che agguanta il quarto e anche il terzo chakra (cuore e stomaco, insomma) e gli dico: "Eh... chi lo sa, tesoro...", mentre penso: "Ma non potevi startene zitto, moccioso?"
Vabbe'.

Poi cala la sera, si avvicina l'Equinozio, io guardo il cielo dalla finestra, con ieratico fare contemplativo.
Mi si avvicina e mi prende a braccetto.
"Sai, mamma, forse ho sbagliato a parlare del derby oggi... hai fatto una faccia!" Mi dice.
"Ma no, ciccio... stai tranquillo... è solo che prima di pensare al derby sarebbe più opportuno pensare al Verona, no?"
"Effettivamente..."
"Sei sicuro di volere venire a vedere la partita contro il Verona anche se è infrasettimanale?"
"Certo!"
"Sei un pazzo... proprio come la tua mamma... non avrei potuto immaginarti migliore di ciò che stai diventando, sai?"
Mi abbraccia forte e, per un breve attimo, mi sento sollevata dal peso di avergli regalato la fede Granata oltre alle lentiggini e ai capelli scompigliati.
 Non avrei potuto immaginarlo migliore di ciò che sta diventando e non avrei potuto immaginare che sarebbe diventato uno dei miei Compagni di Stadio... da Madre a Figlio: FORZA TORO.
E ora avanti verso mercoledì sera.



Oggi ho iniziato una Zeppathon per cui non dedico nulla a nessuno, se non la massima attenzione a ciò che sto ascoltando nel momento in cui lo sto ascoltando.