sabato 12 ottobre 2013

È una specie di magia

Una gita in auto




Parla Sagliets:
Ai miei tempi sono stato chiamato in molti modi: amico, tifoso, pi... pikachu (e allora?), poeta, gaglioffo. Ora, in verità, sono stato rapito e forse verrà un giorno in cui queste cose dovranno essere raccontate.

La Silvia - Hey, Lovi, senti quanto borbotta?
Lovi - Cara mia... non ti sembra che sia ora di liberarlo?
La Silvia - Boh... se lo dici tu... ma no, dai: lasciamolo lì ancora per qualche minuto.
Lovi - Va bene: io mi fido di te.
La Silvia - Anche io di te. Cantiamo?
Lovi - Non vedevo l'ora.
La Silvia - One dream, one soul, one prize, one goal...
Lovi - One golden glance of what should be...

Il nostro canto libero è interrotto dai rumori che provengono dal baule.

La Silvia - Eccheccazzzzz... ferma l'auto, Lovi: liberiamolo.
Lovi - D'accordo.

Frena bruscamente, dal baule si sentono provenire bestemmie in lingue defunte da millenni.
Con lo scazzo che mi contraddistingue apro il portello posteriore dell'auto e, con fulminea destrezza, balza fuori Sagliets in guisa di The Thing.
"Ma siete completamente rincretiniti?!? Vi sembra il modo?!? Volete spiegarmi?!?"
Lovi ed io ci guardiamo.
Mi fa un cenno col capo come per dirmi: "Parla tu." Ed io parlo: "Ciao, Sagliets, anche a noi fa piacere vederti."
"Sei una delinquente. Una de-lin-quen-te!"
Mi accendo una sigaretta, faccio due lunghi tiri, mi avvicino a Sagliets e gli punto contro l'indice della mano destra: "Tu. Sali a bordo. Muoviti."
Improvvisamente remissivo, Sagliets scorre lentamente su un lato dell'auto e fa per sedersi sul sedile posteriore.
"Fermati! Non lì: tu vai davanti! Io sto dietro, io. Con la guitarra." Gli dico.
"Ossignur... e io che pensavo di essermi sbarazzata di 'sta peste..." Mormora fra i denti.
Siamo tutti a bordo.
Lovi accende il motore, inserisce la prima e si immette sulla strada.

Lovi - Allora, caro Amico, come va?
Sagliets - Lovi, sei uscito di testa pure tu?
La Silvia - [strimpella]
Lovi - Ma, Mauro... guardati intorno. Guarda laggiù: sta per sorgere il sole. Da quanto tempo non vedevi l'alba?
Sagliets - L'alba di 'sto ca...
Lovi - Mauro, dovevamo pur trovare un riempitivo per la pausa di campionato, dai... abbiamo chiacchierato un po', io e La Silvia, in questi giorni e, fra le tante cose, le ho detto che sarebbe stato bellissimo fare una gita in auto cantando a squarciagola. Noi tre e la musica. È stata sua l'idea di rapirti nel cuore della notte... sai com'è fatta...
La Silvia - [strimpella]
Lovi - ... è stato facile entrare nel tuo ufficio, sai? Forse dovreste fare un po' più di attenzione... ed è stato divertentissimo infilarti quel sacco in testa, legarti come un salame e trascinarti nel baule della mia auto! Anzi: complimenti per essere riuscito a liberarti, Houdini!
Sagliets - Siete completamente impazziti, voi due... completamente...
La Silvia - Hey, Mauretti, hai voglia di raccontarci una storia?
Sagliets - Sì.

Ci dirigiamo verso le montagne, il sole sorge alle nostre spalle inondandoci di colori caldi.
Sagliets ci racconta - anche fra silenzi e parole digrignate - l'epopea del Toro che fu e pure la storia del Mostro Cattivo della cui esistenza molti continuavano e continueranno a dubitare finché non avranno solo più una lapide su cui meditare (o su cui fare ottordici foto da pubblicare su svariati social media).
Io suono piano piano "White Summer", cercando di trattenere le lacrime.
Lovi stringe il volante fino a farsi diventare bianche le nocche.
Tutti e tre abbiamo rabbie da curare e ferite nuove da coltivare.
Il più saggio del trio sospira e dice: "Vorrei farvi ascoltare una cosa che ho trovato per caso... non so se la conoscete..." Preme un tasto e dalle casse si sprigiona una musica struggente.
Struggente senza essere melensa.
Struggente senza essere pacata.
Struggente senza essere complessa.
Alla fine del brano siamo tutti e tre scossi e pieni di malinconia.
Non siamo tristi, solo malinconici.
Doveva essere una gita gioiosa, si sta trasformando in una seduta di autoconsapevolezza Granata.
Provo a ripristinare i parametri iniziali.
"Mauro, sai condoli dal sapabulu?"
"Eh?"
"Ciuppaaaaaaaaaaaaa!"
"Tu sei una folle pericolosa, con bisogno di cure immediate!"
Lovi scoppia a ridere e la sua risata è contagiosa.
Ridiamo insieme, ridiamo fino alle lacrime, ridiamo perché sono stupida, ridiamo perché siamo in viaggio senza sapere quale sia la meta finale, ridiamo perché - nonostante tutto - le pause del campionato ci allontanano un po' dal Toro... o forse ci fanno avvicinare ancora di più ad esso, ridiamo perché abbiamo bisogno di momenti leggeri e li troviamo anche in un viaggio così: senza capo né coda.
Una volta, in un altro tempo e in un altro luogo, avevo scritto che quando fa freddo c'è solo una cosa da fare: farsi più vicini agli altri... questo viaggio ci scalda i cuori.
Sentiamo meno freddo e allora decidiamo di cantare, di cantare insieme.

Lovi - Siete pronti?
Sagliets - Sì!
La Silvia - Oh yeah!
Lovi - Uno, due, tre, via!

It’s a kind of magic
It’s a kind of magic
A kind of magic
One dream, one soul, one prize, one goal
One golden glance of what should be
It’s a kind of magic
One flash of light that shows the way
No mortal man can win this day
It’s a kind of magic

Questo è stato il nostro Toro all'alba di un fine settimana senza partita.
Poco importa che il viaggio sia stato solo nelle nostre menti: abbiamo gettato nel futuro un'ancora a cui aggrapparci quando le acque si faranno tempestose.
È una specie di magia, solo una specie di magia... e il Toro dov'è? Lì, intrecciato alle voci di tre adulti che non perdono l'anima bambina che ha visto trionfi e non depone le armi.



Dedico "A Kind Of Magic" a Marion Zimmer Bradley (a cui mi sono ignobilmente ispirata per l'incipit), John Paul Jones (che rimane sempre nell'ombra), la Stefi (quasi mezzo secolo insieme e continuiamo a far sfracelli), Mark Twain (perché sì), Lulù (ti sento sempre con me) e a chi non si perde d'animo.