domenica 25 settembre 2016

36 years gone

 La torta al cioccolato con le candeline rosse.

Circa cinquanta treccine in testa.

Vestiti neri oppure neri oppure neri.

Non è facile diventare grandi.

La mia bella famiglia.

Gatti, tanti, come sempre.

Guai a chi tocca i miei vinili.

Sì, sono del Toro da prima che vincessimo lo scudetto, e allora?

Amo la solitudine e il buio.

Ho paura del futuro.

VV. EE.

Io ero così in quell'inizio d'autunno del 1980.

Non sono cambiata poi molto.

Anche se gli eventi degli ultimi anni mi hanno reso quasi priva di emozioni, lasciandomi ricca di sensazioni.

Però quando arriva questo giorno ritorna tutto a galla, soprattutto ritornano prepotenti le emozioni, come quella volta (un mese e qualche giorno fa) in cui sono andata a Rushock e ho visto con i miei occhi e toccato con le mie mani la tua tomba. Sono uscita dal cimitero tremando un po'. Tremando di gratitudine e anche di voglia che non fosse successo.

Che cosa mi si agita dentro? La stessa cosa che mi lacera il 4 dicembre.

Sempre quella.

Da trentasei anni, a questo punto.

Uno di quei giorni che

[...] guardo arrivare come se stessi osservando un piatto che, accidentalmente, cade dal tavolo.
Lo vedo cadere al rallentatore, non posso fare nulla per cambiarne la traiettoria, per fermarlo, per far cessare la caduta.
E poi si infrange al suolo e, sempre al rallentatore, mille schegge saettano in tutte le direzioni, compresa quella che porta dritto al mio muscolo cardiaco.

Chissà se un giorno smetterò di essere fragile e riuscirò a fermare la caduta di quel piatto.

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