sabato 3 settembre 2016

Nonostante tutto

Lascio fluire le rimembranze: un anno fa mi sentivo così.

Credo che sia necessario superare le forche caudine del rosario e del funerale, poi tornerò a vomitare in rete foto dei capezzoli di Jimmy Page.
Alcuni si sono già premurati di farmi notare che non mi hanno visto versare una sola lacrima, sono stata cortese e ho risposto con qualche bella frase standard velata di newagismo.
Io sarò una pazza scatenata, loro... oh be', a volte sono proprio felice di non passare la vita a guardare nei giardini altrui: il mio ha fiori a sufficienza.
Quel che è successo era nell'aria da un po' di tempo ma ha subito un aumento di velocità incontrollata e incontrollabile nelle ultime due settimane: c'era solo da attendere la fine.
Non sono la prima persona ad aver perso un genitore e non sarò l'ultima: la Natura lo prevede.
Mi sembra di vivere in una massa informe di ovatta che, giocoforza, finirà per cadere a terra e, chi lo sa, magari attutirà un po' l'inevitabile capitombolo nella realtà.
Ho la forte sensazione di essere molto piccola.
Oggi, quando mamma mi ha chiesto di sedermi dove si sedeva solitamente papà, ho avuto l'impressione fisica di dovermi arrampicare su una sedia altissima.
Ma era una sedia normale, era la sedia di papà, È la sedia di papà.
E allora ho fatto un bel respiro e mi ci sono seduta.
Ho guardato mamma, Davide, Giulia, e li ho guardati da dove li vedeva lui.
Li ho guardati con amore, li ho guardati come li guardava lui.
E dunque... e dunque mi prendo un po' di tempo (due giorni, due settimane, due minuti).
Poi torno a riappropriarmi di me stessa nella mia interezza.
Ecco.

Da allora sono successe molte altre cose, fra le quali perdere altre persone lungo il percorso, ma di perdite benefiche si è trattato.

Magari un giorno diventerò più leggera, per ora vado bene così, con il mio cuore infranto e - nonostante tutto, anche il non detto - la voglia di ridere.

c7869-anelli2bigiorniguadagnati